«Questa riedizione del Mein Kampfha un triplice significato. Il rifiuto etico-intellettuale di ogni tabù e di qualunque forma di censura. La storicizzazione di un testo la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito. La denuncia di rimozioni e mistificazioni all'ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici.
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È opinione diffusa che il Mein Kampf hitleriano sia un libro dell'orrore, un compendio di farneticazioni. Si può continuare a ritenerlo tale, ma solò dopo averlo letto (e quasi nessuno, oggi, all'inizio del Terzo millennio, lo ha davvero letto), debitamente contestualizzato, e ben compreso nella sua autentica dimensione non già di causa bensì di effetto degenerativo della cultura occidentale».