«Questo scritto è una difesa appassionata di una dignità che la politica non può abbandonare, e che trova il suo alimento in grandi idealità, in passioni profonde, in opportunità concrete perché la persona riesca a esprimersi pienamente come cittadino».
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Nella sua presentazione al volume Stefano Rodotà riassume così il messaggio che Adriano Olivetti lanciava ai partiti e alla società italiana nel 1949. Democrazia senza partiti non è un manifesto di antipolitica, ma un richiamo a un’identità autentica tra politica, tecnica e valori spirituali. Si tratta, come dice lo stesso Olivetti in queste pagine, di restituire alla politica una dimensione veramente collettiva e umana: «Non chiedete nulla, ma unicamente che la libertà che lo Stato e i partiti vi riconoscono a parole - quella di scegliervi i vostri rappresentanti - non sia una mistificazione. Il mandato politico, nella sua vera essenza, è soltanto un atto di fiducia degli uomini in un uomo».