Come può l'assistente sociale esercitare potere nella propria pratica professionale in senso anti-oppressivo? Come si può esercitare potere trattando la persona come soggetto capace di autodeterminarsi e di agire attivamente? Il volume prova a rispondere a tali interrogativi adottando una specifica prospettiva teorica del lavoro sociale, quella del "critical social work".
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In primo luogo, tratta del controllo sociale come specifica manifestazione del potere nella relazione tra assistente sociale e utente; in secondo luogo, analizza in che modo i paradigmi - che orientano il processo valutativo attraverso cui l'assistente sociale definisce la situazione di un utente per decidere se dare corso a un intervento professionale - influenzino le forme tramite cui il potere è esercitato, forme che possono favorire oppure contrastare le pratiche anti-oppressive. Il testo propone inoltre alcuni spunti teorici e metodologici - una "cassetta degli attrezzi" - per gli assistenti sociali che intendano approcciare criticamente il loro lavoro cambiando in senso anti-oppressivo le relazioni di potere con gli utenti dei servizi. Daniele Scarscelli affronta una questione rilevante per il lavoro sociale, fornendo una cornice interpretativa e alcuni suggerimenti per ritrovare il senso di un lavoro sociale in cui il potere possa essere gestito in una direzione trasformativa, coerentemente con i principi del codice etico.